Aris della Fontana (comunicato stampa del 2.2.2012)

Il presidente del PLR Rocco Cattaneo nei giorni scorsi ha lanciato la proposta di uno spostamento delle Officine FFS di Bellinzona. La stessa idea, guarda caso, viene ripresa qualche giorno dopo anche dal presidente della Camera di Commercio Franco Ambrosetti. Viene da chiedersi come mai Cattaneo lanci questa “provocazione” proprio in questo periodo, giustificandola con una valorizzazione a livello immobiliare. Tanto più ciò appare fuori luogo quando é nell’aria una profonda impasse del mercato immobiliare conseguente ad un pesante debito ipotecario.

La risposta è sotto gli occhi di tutti: l’anno prossimo, nel 2013, scadrà il blocco edilizio imposto dalla città di Bellinzona nel 2008 in seguito alla grandissima mobilitazione delle maestranze e dell’intero Cantone. È chiaro come la destra economica – che ha individuato nel novello presidente PLR il soggetto della propria committenza – voglia far smantellare le officine FFS per poter speculare a livello edilizio su un sedime, che stando al piano regolatore di Bellinzona, é adibito all’edificazione di immobili abitativi.

Per chi se ne fosse scordato ricordiamo che é ancora pendente un’iniziativa cantonale con 15’000 firme, lanciata durante lo sciopero, per realizzare il centro tecnologico di competenze nell’ambito dei trasporti. Peccato solo che, dopo oltre quattro anni, sia ancora in fase di studio.

Non dobbiamo quindi farci ingannare dalle parole di Cattaneo, spostamento significa per lui smantellamento: magari per far spazio a un nuovo acquaparco, o forse a un velodromo per rivivere vecchie passioni di gioventù. Più plausibilmente, agli impresari PLR basterà farsi dare l’appalto per la costruzione di palazzine per incamerare qualche milioncino di franchi. Troviamo immorale che accanto ai becchini delle Officine sieda anche Patrizia Pesenti, che il PS – se “socialismo” significa ancora qualcosa – intervenga!

La Gioventù Comunista chiede dunque che le autorità impongano dei vincoli pianificatori definitivi sul sedime delle officine, in modo da impedire speculazioni edilizie e mettere finalmente a tacere le FFS, azienda pubblica dalla trasparenza totalmente assente, che puntualmente cerca di smantellare i padiglioni industriali lasciando a casa tutti coloro che vi lavorano. Noi come giovani comunisti che nel 2008 muovevamo i primi passi, lo spirito di quello sciopero di popolo, non lo tradiremo! Ci sono invece dei Giuda dei partiti borghesi che allora erano in piazza, nonostante avessero votato per le privatizzazioni, solo per farsi vedere! Noi ribadiamo, invece, ancora oggi il grido della pittureria: GIÙ LE MANI DALL’OFFICINA!