(a cura della redazione)

La famosa lumaca dei diritti, usata dalle donne nel 1928, purtroppo sempre d'attualità

In una conferenza stampa, tenutasi oggi, 27 maggio, a Berna, l’Unione Sindacale Svizzera (USS) afferma che a trent’anni dall’introduzione dell’articolo costituzionale che dovrebbe garantire l’uguaglianza dei salari le donne continuano a guadagnare meno: “Gli uomini guadagnano in media 6427 franchi al mese, le donne 3745 franchi (2008, salario netto). È il 41,7% in meno” ha detto il presidente dell’USS Paul Rechsteiner. Oltre alle percentuali di discriminazione salariali diverse da un settore all’altro, le donne guadagnano meno anche perché continuano a fornire lavoro “socialmente necessario non retribuito”. Già!

È utile ricordare che il Ticino è tra le regioni che più soffrono di questo problema, per vari fattori, tra i quali non è da sottovalutare quello culturale. Il malcostume a volte è visibile anche nelle piccole cose, dall’assenza di donne nei consessi decisionali – dalle alte sfere alle piccole commissioni (un esempio: la commissione culturale del Cantone) – alla loro marginalizzazione in numerosi, troppi, incontri pubblici (ne ricordiamo uno esemplare (anche per i toni) sulla politica culturale tenutosi a Lugano poco tempo fa.

Soffermiamoci con questo punto di vista su un avvenimento che sta mobilitando i “fini strateghi cantonali”: gli avvicendamenti della CORSI. Basta un’occhiata ai nomi che circolano per il Consiglio regionale (CR), trasversalmente a partiti e associazioni di vario ordine. Quante donne ci sono? E quante donne sono state presidenti dello stesso CR? O quante donne sono state direttrici della RSI? Domande estensibili a molti altre funzioni, a più livelli. E tenuto conto dell’occupazione di certi posti, non ci verranno a parlare di competenze! Uno studio di caso, questo, tra molti, che mostra come le discriminazioni restino a più livelli. E come sia difficile renderne attenta la società civile, che si bea troppe volte ancora in una bizzarra definizione di ruoli e predisposizioni “naturali”.

Molta strada è ancora da compiere e purtroppo non sempre in buona compagnia. Le cattive abitudini (e i loro fautori e le loro fautrici) sono infatti tendenzialmente longeve…

Tra i vari siti Internet, vi invitiamo a visitare l’Atlante delle donne e dell’uguaglianza nel sito dell’amministrazione federale e il sito Donnestorie della RSI.