Chi siamo

L’esperienza della lotta delle Officine FFS del marzo 2008 (v.  dossier sulla storia dello sciopero) ci ha insegnato molto. Innanzitutto che non tutto è come appare a prima vista.
Quelle che sembravano misure “inevitabili” (la chiusura di fatto dell’Officina) si sono rivelate assolutamente non necessarie; e quella che era un’azienda che doveva sparire oggi continua non solo a funzionare, ma anche ad assumere, con prospettive di ulteriore sviluppo.

Abbiamo poi imparato, sempre nella stessa occasione, che le cose possono cambiare solo se a prendere in mano la situazione sono le persone toccate dai problemi.
Nel nostro caso è stato necessario che i lavoratori dell’Officina si organizzassero, si mobilitassero, dicessero un chiaro, tondo e motivato “No!” alle proposte delle FFS.

Ma il problema dell’Officina è diventato anche un problema di tutta una regione, di una società che chiedeva, e chiede, non di smantellare posti di lavoro, ma di crearli; non di peggiorare le condizioni di lavoro, ma di migliorarle; non di diminuire i salari, ma di mantenerli e migliorarli. La solidarietà popolare che si è espressa nella partecipazione quotidiana alla Pittureria, nelle manifestazioni, nel generoso sostegno finanziario, ci ha fatto capire che vi è una parte importante della Svizzera Italiana, della sua popolazione, che ha ancora speranza in un futuro dignitoso per chi lavora e che è pronta a battersi per questo.

Così, il 22 febbraio 2010 le lavoratrici e i lavoratori dell’Officina hanno costituito l’associazione giù le mani dall’Officina.
Associazione a cui tutte le cittadine e tutti i cittadini, così come gli enti pubblici e privati possono aderire.
L’Associazione, nella continuità dello sciopero del 2008, si è data quali scopi principali la difesa e lo sviluppo delle Officine (occupazione, struttura, condizioni di lavoro, progresso tecnologico e promozione del trend verso la costituzione di un centro di profitto); la promozione di un polo industriale-tecnologico pubblico che parta dagli attuali sedimi FFS di Bellinzona e Biasca; la promozione di pratiche e riflessioni sindacali democratiche e pluraliste per lo sviluppo di una società solidale.

Da queste riflessioni nasce la nostra decisione di dare un seguito all’esperienza della nostra lotta continuando a difendere quello che è l’Officina, potenziandone le attività; inserendola in un progetto più ampio come quello della creazione di un polo tecnologico e industriale nel settore dei trasporti; promuovendo e estendendo pratiche e riflessioni sindacali democratiche e pluraliste per lo sviluppo di una società solidale; collegando le lotte di una singola azienda, di un singolo gruppo di lavoratori, con le attese, le rivendicazioni, i sogni di tutta una società.

Vogliamo aiutare, sostenere, discutere con tutti coloro che individualmente o collettivamente, nelle aziende o nella società, cercano di muoversi in questa direzione.

Per fare questo,  noi, i lavoratori dell’Officina che hanno partecipato all’esperienza del 2008, abbiamo costituito l’Associazione “Giù le mani dall’Officina”; vorremmo però che con noi vi fossero tutti coloro che ci hanno sostenuto in diversi modi; quelle centinaia e migliaia di persone che hanno visto nella nostra e loro lotta la speranza di qualcosa di diverso, di una dignità ritrovata della persona, anche nel lavoro, di un segnale di emancipazione sociale e culturale.

Ti invitiamo quindi ad aderire all’ associazione, in modo da poter continuare insieme a far vivere tutto questo, nell’urgenza di questi tempi difficili.

I lavoratori dell’Officina FFS di Bellinzona, riuniti per l’assemblea costituente dell’Associazione “Giù le mani
dall’Officina”.
Il Comitato è composto da:

  • Gianni Frizzo
  • Ivan Cozzaglio
  • Mauro Beretta
  • Ezio Della Torre
  • Matteo Pronzini
  • Manuele Dell’Era
  • Giancarlo Penone
  • Fiore Raso
  • Giusi De Giuseppe

Se desideri aderire all’Associazione vai a contatti