14 giugno 2011 : le donne scioperano!
(di Carola Togni e Michela Bovolenta)
2011 é un anno anniversario per le donne in Svizzera. In 40 anni, i diritti delle donne hanno progredito: diritto di voto, legge sulla parità, depenalizzazione dell’aborto, congedo maternità sono stati conquistati grazie alla lotta delle donne.
Oggi, a parole, il principio della parità di diritti è condiviso da quasi tutti. Ma le iniziative reazionarie non mancano, pensiamo in particolare alla recente iniziativa contro il rimborso dell’aborto, che rappresenta un attacco al diritto delle donne a disporre del loro corpo e a decidere se e quando avere un figlio.
Inoltre, nella vita quotidiana delle donne, la parità è lungi dall’essere realizzata.
I salari delle donne sono in media del 20% inferiori a quelli degli uomini: una differenza di 14’500 franchi all’anno! Inoltre questi ultimi anni la differenza di salario tende ad aumentare invece di diminuire!
Il lavoro a tempo parziale è spesso presentato come la soluzione miracolo per “conciliare” lavoro e famiglia, ma in realtà non c’è niente di miracoloso: il tempo parziale è spesso sinonimo di orari irregolari e flessibili che non permettono una migliore gestione del quotidiano. Inoltre, il tempo parziale, che concerne i due terzi delle lavoratrici, significa un salario parziale, una minor copertura sociale e spesso intralcia la possibilità di far carriera.
Le donne assumono ancora i 2/3 del lavoro gratuito (lavoro domestico, educazione e cura di figli e persone anziane e malate). Una riduzione generale del tempo di lavoro è necessaria per realizzare una divisione più equa di questo lavoro domestico e per migliorare la qualità di vita. Oggi sono al contrario delle misure di aumento del tempo di lavoro che sono proposte, come quella dell’aumento dell’èta di pensionamento. Questa misura, oltre ad essere anti sociale, dimostra la poca considerazione per l’enorme lavoro gratuito realizzato dalle donne. Le donne vicine all’età di pensionamento spesso si occupano di nipoti e altri parenti malati o dipendenti. Questo anche perché i servizi pubblici sono carenti. In particolare resta difficile trovare un nido: a livello nazionale mancherebbero almeno 120’000 posti.
La violenza contro le donne continua ad essere una piaga nella famiglia come sul luogo di lavoro, dove resta difficile lottare contre les molestie sessuali.
Migliaia di donne migranti vivono nell’illégalità e nella precarietà, in particolare nel settore dell’economia domestica.
Per tutte queste ragioni, e per altre ancora, è giunto il momento di concretizzare l’uguaglianza ovunque e a tutti i livelli: nel mondo del lavoro, a casa, nello spazio pubblico. Invitiamo le donne e gli uomini solidali a mobilitarsi il prossimo 14 giugno per far avanzare l’uguaglianza: manifestando, organizzando delle azioni scioperando.
14 rivendicazioni per il 14 giugno :
- Un salario uguale per un lavoro di valore uguale ed un salario minimo per garantire l’autonomia economica delle donne.
- Una ridistribuzione equa tra donne e uomini del lavoro salariato e di quello domestico.
- Una riduzione generale del tempo di lavoro, per permettere una miglior conciliazione tra vita professionale e famigliare.
- Garantire ad ogni bambino e bambina un luogo d’accoglienza prescolastica e parascolastica.
- Un congedo paternità e dei congedi per permettere di prendersi cura dei bambini e altri parenti malati.
- Solidarietà con le migranti, una valorizzazione del loro lavoro e una regolarizzazione di tutte le persone senza statuto legale.
- La fine delle molestie sessuali sul luogo di lavoro et di tutte le forme di violenza fisica e psichica contro le donne.
- Un riconoscimento ed una valorizzazione del lavoro realizzato dalle donne nell’occuparsi dei parenti malati o bisognosi di aiuto.
- Una maggiore presenza delle donne in tutte le istanze politiche e di dirigenza
- Le assicurazioni sociali devono poter garantire una buona protezione per le lavoratrici, le disoccupate e le pensionate.
- La libertà di disporre liberamente del proprio corpo e il rispetto di ogni orientazione sessuale
- La fine del sessismo ordinario e delle rappresentazioni maschiliste
- Un’educazione dei bambini e delle bambine libera dagli stereotipi e dalle discriminazioni sessuali
- Il rispetto delle donne e del loro corpo nei media e nella pubblicità