di Giuseppe Sergi |
Sono passati pochi giorni da quando è cominciato il dibattito pubblico sul futuro dell’Officina di Bellinzona e l’elemento che più colpisce è il proliferare di menzogne. Tutto questo alla faccia della trasparenza chiesta dal Consiglio di Stato.
Prendiamo, ad esempio, la questione che più ha suscitato emozioni in questi ultimi giorni: l’eventuale “trasferimento” dell’Officina in altra sede, al fine di liberare spazio prezioso sul quale realizzare “interessanti sviluppi urbanistici”. È questo, così parrebbe, il cuore del cosiddetto progetto AREA che le FFS stanno sviluppando. Per realizzare tale progetto le FFS si fanno “consigliare” da un gruppo al quale partecipano “rappresentanti” di tutti i partiti di governo. Nella sua qualità di capo di questo gruppo Franco Ambrosetti ha rilasciato una lunga intervista ad un quotidiano ticinese (29 novembre) che già nel titolo e nell’occhiello non lascia dubbi sulla visione del presidente della CCIA ticinese: “Le Officine FFS meglio altrove” e “In città presenza non più sostenibile, spazio per valide alternative Ma , aggiungiamo noi, una cosa è suggerire come costruire qualcosa se, a disposizione, vi sono 10’000 mq di terreno; altra cosa se, ad esempio, ve ne sono dieci o venti volte tanto. Cambiano i suggerimenti. Oggi l’area dell’Officina occupa circa 100’000 mq. Quanto spazio occuperà il progetto immobiliare per il quale le FFS chiedono consiglio a questi esperti? E quale parte di questo comparto verrà destinata a questo progetto immobiliare? Il gruppo di lavoro è composto da persone serie, non da un gruppo di uomini e donne che si mettono a fantasticare in astratto su possibili modelli e mondi immobiliari… Avranno quindi ricevuto indicazioni precise. E se Ambrosetti ci dice che vede meglio l’Officina via da dove si trova adesso significa che forse le FFS qualche indicazione l’avranno pur data. Quel che però sappiamo con certezza è che gli attuali dirigenti delle FFS sono abituati a mentire. Come dimenticare, ad esempio, che pochi mesi prima della decisione di chiudere l’Officina (marzo 2008) avevano dichiarato che mai e poi mai questo sarebbe avvenuto… E non hanno difficoltà alcuna a mettere le autorità cantonali di fronte al fatto compiuto. In questi giorni tutti hanno capito che il governo ticinese del progetto LAGO (dal quale l’attività dell’Officina dovrebbe uscire ridimensionata sensibilmente) e del progetto AREA non conosceva nemmeno l’esistenza (come governo: poi qualcuno, come al solito, ben informato – ma silente – c’era). Figuriamoci cosa il governo può sapere sulle vere intenzioni delle FFS! L’informazione fatta al consiglio di Stato da parte delle FFS nell”incontro di giovedì 29, oltre a smentire il presidente del gruppo di consiglieri Ambrosetti , non sono per nulla convincenti. Siamo convinti che le FFS mentano e che la loro intenzione (non è una novità: di fatto sono tornati al programma del marzo 2008) è di smantellare l’Officina di Bellinzona. D’altronde questa posizione ci pare abbastanza coerente con la loro, se non proprio ostilità, perlomeno “freddezza” nei confronti del progetto di centro di competenza nel settore dei trasporti attualmente in fase di studio di fattibilità. Una freddezza che viene proprio dal fatto che, almeno finora, questo studio si muove – come da mandato ricevuto dal Consiglio di Stato – nella prospettiva che l’Officina FFS dovrà essere il motore, il centro propulsore di questo progetto di centro di competenza, il centro del centro se così possiamo dire. Naturalmente le FFS non sono dirette da sprovveduti e sanno benissimo che se oggi confermassero pubblicamente questa loro prospettiva, si troverebbero confrontati con una forte opposizione. Qualcosa hanno pur imparato in questi ultimi quattro anni! Inoltre ammettere pubblicamente la tesi presentata dai rappresentanti del loro gruppo di lavoro sul progetto Area (Cattaneo e Ambrosetti) significherebbe esporsi ad una domanda per le FFS perlomeno imbarazzante: quanto siete disposti ad investire (e dove volete investire) per costruire questa nuova e potente Officina FFS ? Le FFS non vogliono assolutamente trovarsi di fronte ad una imbarazzante domanda come questa. Una domanda alla quale non hanno risposta, con buona pace di chi questa prospettiva la sta portando avanti; senza rendersi conto che le FFS hanno in mente un percorso radicalmente diverso e non certo positiva per Bellinzona e per tutto il Ticino. Corriere del Ticino, 7.12.2012 |