Massimiliano Ay
Quando un presidente di un partito importante e di governo come il PLRT parla, non esprime mai suggerimenti innocenti a titolo personale: al contrario le sue parole sono macigni che pesano politicamente. Rocco Cattaneo ha affermato nei giorni scorsi che le Officine FFS di Bellinzona andrebbero spostate altrove. Lo stesso consiglio, qualche giorno dopo, viene lanciato anche dal presidente della Camera di Commercio Franco Ambrosetti.
Ma davvero padronato e partiti borghesi ci prendono per fessi? La volontà mai sopita della destra economica e dei manager delle FFS di smantellare il sito industriale bellinzonese torna insomma a farsi sentire dopo la pausa forzata imposta dalla vittoriosa mobilitazione operaia e dell’intera società civile del 2008. Si preparano insomma a tornare all’attacco, questa volta con adeguati trucchi linguistici: non si “chiude” più, si “sposta” solamente, peccato che questo significa quasi sicuramente impedire proprio la realizzazione del centro di competenze sulla logistica per cui è stata anche depositata un’iniziativa popolare con 15’000 firme durante lo sciopero e che è ancora oggi – guarda caso – in fase di studio.
Il Partito Comunista ribadisce la solidarietà con le maestranze delle Officine FFS legittimamente preoccupate, anche perché i voltafaccia di molti di coloro che opportunisticamente li sostenevano nel 2008 sono noti. Rifiutiamo ogni ipotesi di trasferimento e, anzi, riteniamo che occorra che l’autorità politica imponga nuovamente vincoli pianificatori sul sedime delle Officine, così da impedire alle FFS ogni trucco speculativo. E’ necessario poi che sul progetto “Area”, con cui si intende smantellare i padiglioni industriali per costruire case su cui lucrare, venga fatta totale trasparenza anche perché le FFS sono pur sempre di proprietà della popolazione che deve quindi essere informata.
(comunicato stampa, 30.11.2012)