di Claudia Leu, mamma e attivista MPS – “Voglio andare via dal Ticino, qui non trovi un cavolo e se trovi ti prendono sottopagandoti alla grande oppure ti prendono ma come stagista, secondo loro perché sei giovane e devi farti ancora le “ossa” ma questo è solo per pagarti meno, nonostante un AFC e una maturità professionale in tasca…”
Come dare torto a mia figlia? Non è una visione del tutto pessimistica la sua ma è la dura realtà. Perché se i giovani lavoratori, appena diplomati, una volta partivano oltre cantone, lo facevano principalmente per imparare una lingua, solitamente il tedesco e contemporaneamente facendo esperienza lavorativa con la prospettiva o promessa di tornare in Ticino con un bagaglio di conoscenze e dunque un valore aggiunto in più. O per lo meno si aveva la scelta, sempre se là non trovavi “l’amore della tua vita”, insomma, non c’era questa preoccupazione per il proprio futuro una volta ritornati.
Ora la situazione è ben diversa, degenerata. Molti giovani migrano da qui con l’intenzione di restarci lì perché già delusi in partenza da un mercato del lavoro, quello ticinese, sempre più deregolamentato, con una disoccupazione di fatto in discesa, come ci decantano spesso le statistiche, ma che se andiamo a vedere in profondità è dovuto all’incremento dei soliti lavori, lavoretti fragili, precari quasi mai un lavoro vero con un contratto a tempo indeterminato, una rarità di questi tempi! Ora per un impiego al cento hai bisogno di farne due o tre di lavoricchi perché devi tirare avanti e come al solito accontentarti. Ma come cavolo te lo costruisci un futuro così?!? Con questo non intendo dire che la situazione in altri cantoni sia più rosea ma ci sono ancora possibilità di trovare, mentre qui in Ticino stiamo toccando sempre più il fondo.
Ultimamente si discute molto attorno alle Officine di Bellinzona e allora mi rivolgo a voi genitori affinché riflettiate: “vogliamo veramente sacrificare altri posti di lavoro e di tirocinio di qualità respingendo l’iniziativa “giù le mani dalle officine”? Sareste così egoisti e masochisti sull’altare di che cosa? I nostri giovani figli, figlie e le future generazioni non la stanno già pagando e pagheranno abbastanza questa crisi? Vogliamo ulteriormente render loro la vita più difficile obbligandoli a guardarsi altrove malgrado molti di loro desiderino comprensibilmente restare qui a vivere? Ho ancora due figli io assai giovani e chissà; magari un giorno piacerebbe anche a loro imparare un mestiere alle officine ma mi rendo conto che se non passa l’iniziativa le loro garanzie di trovare un posto lì sarebbero molto scarse come per tutti/e.
Possono raccontarcela come vogliono pur di vincere, ma non abbiamo bisogno di altri centri commerciali, aree di lusso o edifici a pigioni tutt’altro che popolari in quel prezioso sedime dove risiedono le storiche officine. Abbiamo invece moltissima “fame” di posti di lavoro di qualità per i nostri ragazzi e l’officina di Bellinzona è questo, un’importantissima area industriale che ha dato, dà e può dare ancora tanto perché possiede un grande potenziale di sviluppo e di futuri impieghi dato che il treno è un mezzo di trasporto sempre più gettonato in tutta Europa e la Svizzera non fa eccezione, complice anche una maggiore sensibilità da parte della popolazione a combattere il surriscaldamento climatico, utilizzando appunto il treno.
Cari genitori attenzione, il mio è un invito a riflettere bene prima di metter la crocetta perché votando no a questa iniziativa è un suicidio, uno sperpero di 160.000.000 di soldi pubblici, 120 milioni ce li mettiamo noi. Quello che invece è certo se non dovesse passare l’iniziativa e che taglieranno un sacco di posti occupazionali altamente qualitativi! Volete le OBE declassate e ridotte o poco ci manca a semplici ripostigli per le pulizie dei vagoni? Non credo proprio e perciò non diamo retta alle menzogne e ai ricatti di questi moderni pifferai che stanno solo confondendoci con pensieri e logiche speculative vecchie e che stentano però ad essere superate…altro che noi.
Votiamo invece un bel SI convinto, orgoglioso e coraggioso all’iniziativa a cui saremo chiamati il prossimo 19 maggio. “Giù le mani dalle Officine” e “Giù le mani dai nostri sogni”!