Ombretta Aleman, ha da poco cominciato la sua attività quale segretaria di Transfair, in particolare per i settori Amministrazione pubblica e trasporti pubblici. Di seguito, alcune sue considerazioni rispetto al mondo del lavoro e alla situazione sindacale.
Non risponderò alle domande sistematicamente come poste, (v. incontro con Pietro Gianolli), perché la mia conoscenza del ramo e delle situazioni non sono ancora abbastanza chiare da poter esprimermi con determinazione su tutti i punti, ma cercherò di dare un’idea dei miei punti di vista.
Ho iniziato a lavorare per il sindacato il 1° di maggio di questo anno in qualità di segretaria regionale. È la mia prima esperienza in un sindacato ed anche in precedenza non avevo mai avuto contatti con sindacati se non durante gli anni che ho lavorato nelle imprese di costruzione, e per via indiretta. Ho lavorato diversi anni nel pubblico (confederazione, comune e cantone) senza mai interessarmi direttamente al problema sindacale in generale. Nel frattempo le condizioni professionali dei dipendenti pubblici sono cambiate e ho iniziato a notare un disagio tra il personale. Quando ho visto il concorso per il posto di lavoro attuale mi ha affascinato l’idea di poter contribuire anche in minima parte a difendere i diritti ed aiutare questi “colleghi” e a cercare il dialogo con i datori di lavoro.
Dopo un po’ di mesi di esperienza posso effettivamente dire che il bisogno di sostegno, aiuto e consigli al personale della Confederazione, ma anche alla Confederazione stessa in qualità di datore di lavoro, è veramente grande. La situazione di crisi generale certamente fa aumentare il disagio e l’insicurezza generale, facendo lievitare anche le richieste di sostegno.
Per i sindacati sono certa che sia molto più semplice operare in periodi dove l’economica è al top e dove non ci sono problemi, mentre in situazioni economiche come quelle attuali diventa complesso trovare delle soluzioni win win e l’energia investita nelle trattative è molto importante, anche se al pubblico i risultati possono sembrare modesti. Un esempio concreto per le FFS il nuovo sistema salariale Toco. Io non ero al tavolo delle trattative, ma ho saputo che ci sono state otto tornate di trattative molto intense e che per poter arrivare ad un accordo i quattro sindacati abbiano lottato moltissimo. Molto probabilmente le proposte dei vertici di FFS erano ancora peggiori. I dettagli delle discussioni e quali erano le alternative dovrebbero essere chiesti ai vertici dei sindacati seduti attorno al tavolo. Molti dipendenti FFS non sono soddisfatti del risultato, ma di sicuro la delegazione di negoziazione si è battuta con grande impegno al fine di evitare perdite salariali tra i dipendenti in seguito all’introduzione del nuovo sistema salariale ed in definitiva, a parte il fatto che i dipendenti con garanzia in futuro riceveranno solo il 50% degli aumenti, nessuno dei dipendenti FFS a fine mese riceve meno stipendio. Hanno una garanzia a tempo indeterminato, ma non dobbiamo dimenticare che le FFS in passato quando trattavano questo tipo di garanzie le hanno sempre rispettate anche a lungo termine. Un eventuale interruzione di questa garanzia deve comunque essere discussa tra FFS e partner sociali.
Per quanto concerne le Officine di Bellinzona preferisco astenermi di fare commenti in quanto non conosco bene i trascorsi. Quello che mi sento di affermare è che la creazione in Ticino del centro di competenza in materia di trasporto e mobilità ferroviaria presso l’Officina FFS di Bellinzona così come vista dal Comitato da giù le mani e dal Canton Ticino potrebbe effettivamente essere un’ottima soluzione per tutti.
Il mondo sindacale è chiaramente molto vicino alla politica e come in politica ci sono sindacati di sinistra, di centro e di destra con anche i relativi estremi. Forse si potrebbe paragonare anche all’essere umano in generale. Chi cerca il dialogo costruttivo ad ogni costo, chi si limita a denunciare situazioni negative, ma senza né cercare, né trovare soluzioni rimanendo eternamente in conflitto con il mondo e le relative vie di mezzo. Questo paragone della politica e dei sindacati mi piace molto perché non lega a colori politici e a etichette preconfezionate. Vista la mia visione è chiaro che non credo nel fronte unico e compattezza sindacale, sono comunque convinta che per situazioni gravi e chiare in grandi linee siamo tutti sulla stessa strada e nella stessa direzione, cambiano solo le velocità di crociera.